Ogni uscita con la mia macchina fotografica – ma va bene anche un qualsiasi altro apparecchio di fortuna dotato di una camera – diventa occasione per andare in ricognizione di tutto quello che possa ispirarmi: una luce particolare, uno spazio, il ritrovamento di oggetti che in quel dato e preciso momento mi sanno raccontare una storia…
Entro istantaneamente in risonanza con un mondo che mi cattura per la sua magia e si ri – attiva un legame di moto simbiotico con le cose che mi circondano.
I miei lavori nascono da questo scambio tra spazi fisici e mentali che si compenetrano: lasciare che il flusso creativo generi nuova linfa e avvenga il miracolo della “photo – synthesis”, diviene “vitale” per la mia arte.
Immagazzinare luce – energia solare o lunare – per attivare le trasformazioni che poi mi permetteranno di realizzare nelle fasi successive del mio lavoro, in una dimensione più personale, il vero e proprio “processo creativo”, quello che avviene al “buio” o nell’ombra – la fase oscura – dove le trasformazioni (mutazioni), avvengono per mezzo di misteriosi scambi e ricambi energetici.
Il corpo si attiva alla luce e i movimenti che genera divengono fluidi e liberi, in sintonia con il respiro; ogni azione è originata da sollecitazioni invisibili, che corrispondono ai movimenti degli strati profondi sottili ed immateriali del corpo fisico.
Courtesy Ph_ G. Paglia_ Project Photosynthesis_ Gelidelune
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Splendido il gioco prospettico.. lo adoro, come la divisione in frame del fiore che sboccia (o almeno io lo vedo tale)
beh, trattandosi di photosinthesis il fiore ci sta 😉
Decisamente 🙂