“Photosynthesis”

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Ogni uscita con la mia macchina fotografica – ma va bene anche un qualsiasi altro apparecchio di fortuna dotato di una camera – diventa occasione per andare in  ricognizione di tutto quello che possa  ispirarmi: una luce particolare, uno spazio,  il ritrovamento di oggetti che in quel dato e preciso momento mi sanno raccontare una storia…

Entro istantaneamente in risonanza  con un mondo che mi cattura per la sua magia e si ri – attiva un legame  di moto simbiotico con le cose che mi circondano.

I miei lavori nascono da questo scambio tra spazi fisici e mentali che si compenetrano:  lasciare che il flusso creativo generi nuova linfa e avvenga il miracolo della “photo – synthesis”, diviene “vitale” per la mia arte.

Immagazzinare luce – energia solare o lunare –  per attivare le trasformazioni che poi mi permetteranno di realizzare nelle fasi successive del mio lavoro, in una dimensione più personale, il vero e proprio “processo creativo”, quello che avviene al “buio” o nell’ombra – la fase oscura – dove le trasformazioni (mutazioni), avvengono per mezzo di misteriosi scambi e ricambi energetici.

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Il corpo si attiva alla luce e i movimenti che genera divengono fluidi e liberi, in sintonia con il respiro; ogni azione è originata  da sollecitazioni invisibili, che corrispondono ai movimenti degli strati profondi  sottili ed immateriali del corpo fisico.

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Courtesy Ph_ G. Paglia_ Project Photosynthesis_ Gelidelune

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Gelidelune © All rights reserved 

3 Commenti

  1. Firstime In Boston · Febbraio 13, 2016

    Splendido il gioco prospettico.. lo adoro, come la divisione in frame del fiore che sboccia (o almeno io lo vedo tale)