SCRATCH (born to be alive!)

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Scratch

Il mio nuovo video è nato e potrei finalmente esclamare: “Nato vivo”!
Nasce dal pesto buio di giorni di un tempo andato perduto, ma che resta come un segno indelebile dell’anima.
È oscurità e luce. Come i passaggi della mia vita e delle sue inesorabili trasformazioni.

Così come La mia arte (è) la mia vita, un’ unica – confusa – fragile – intensa – sconvolgente dis – umana calamità; le mie cicatrici mi ricordano che sono sopravvissuta alla mia “natura” al limite stesso del mio essere al mondo, etichettato fin dal suo primo vagito: “Nata viva.”

Nata – Viva, mentre tutto pre – annunciava la lotta titanica tra tenebre e luce che il destino mi avrebbe riservato.

Allora come oggi vivo e creo come se fossi nata e sopravvissuta attraverso questo inganno, morte dopo morte.

Come in ogni mio lavoro anche qui mi racconterò, attraverso le “trasformazioni” che le avverse vicissitudini hanno silentemente ed incessantemente determinato nel corso del tempo.

Per risparmiare alla lettura di questo lavoro ogni qual genere di fraintendimento avrò cura di anticipare che, attraverso i movimenti ed i gesti del mio corpo non parlo di ali o svolazzi di farfalle né di eterne gestazioni o di mute epiteliali. La superficie non mi interessa, Per me l’arte che imita la natura è un aneddoto che scade nell’obsoleto inganno.
Io non potrei… perché sarebbe tradire la natura “umana” e il senso del suo destino.

“L’origine del gesto negato” ha piani ed esiti altri.” È’ essa il seme che genera il frutto della contraddizione originale.
Così volare é un precipitare, comparire é sparire, muoversi é agitare il sommerso, strappare è lasciar affiorare ancora e ancora dal profondo le radici spezzate.

Le sequenze video scorrono nella cornice di uno spazio di presenza personale privato, in cui azioni mute e laceranti – come passaggi necessari o soglie di trasformazione – al limite dell’ esalazione – tentano di oltrepassare il limite della natura stessa del dolore. Debellarne come un morbo la sua “imperitura memoria.”

P.S. Mentre scrivevo del video, non avevo ancora ascoltato il pezzo graffiante di sottofondo che questa notte hai creato per me. Ora l’ho fatto…! <3

 

*

Posso udire lo strappo,
rabbia e amore, passione e pietà.
E quando il distacco si è improvvisamente compiuto
– o quando non ne colgo più il suono –
allora il silenzio è ancora più terribile
perché c’é solo follia intorno a me,
la follia delle cose strappate,
che si strappano dal di dentro,
radici che si lacerano a vicenda
per crescere separatamente,
lo sforzo compiuto per conseguire l’unità.
(Anaïs Nin)

 

4 Commenti

  1. Le5stanze · Gennaio 16, 2016

    Mi piace moltissimo. Complimenti. Non ho capito ma alla fine ti rivolgi a qualcun* cose personali immagino, della musico in sottofondo o non so cosa..mi rimane un dubbio e ti volevo chiedere questo: hai lavorato a partire dalla musica? Come hai costruito la sequenza di azioni? Se ti va di rispondere ovvio! grazie, buona giornata:) Veronica

    • francescabonfatti · Gennaio 16, 2016

      Grazie Veronica per la tua presenza qui 😊 e per le tue domande. Per la parte audio musicale dei miei lavori ho iniziato da poco una collaborazione artistica di cui parlerò più avanti. La musica é una fase fondamentale che sviluppo dopo la fase di montaggio anche se un’idea già é presente nella mia testa. Le sequenze nascono dai miei progetti fotografici che sviluppo ulteriormente nei video, e le costruisco attraverso molti passaggi, ricerca di effetti e uso di texture che utilizzo per creare un effetto schermo ed antichizzare le immagini. Il movimento, le azioni, i gesti non seguono un copione sono liberi intimi ed improvvisati spesso rimandano alla danza. Credo di aver detto tutto e ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di spiegare meglio il mio lavoro! Buona serata 🙂
      francesca

      • Le5stanze · Gennaio 17, 2016

        Grazie a te:) buon bellissimo proseguimento di lavoro

      • francescabonfatti · Gennaio 18, 2016

        Grazie Veronica e buona bellissimissima ispirazione anche a te! 🙂