REMNONREM (LA STANZA DELLE PERFORMERS IN AVARIA) REMNONREM

PRÉLUDE

«il mantenimento di un antagonismo in seno a una complementarietà è una condizione di fecondità in materia di complessità»

(E. MORIN “La connaissance de la connaissance”, 1986)

Performance che mette in scena i temi della perdita, della rinascita e della morte, celebrando attraverso il corpo e la sua gestualità, il ciclo vitale. Tramite la dinamica del movimento del Corpo e del suo graduale esaurimento, si intende rappresentare il senso di caducità e di effimero che incombe, ma anche la circolarità spiroidale, al di là della scena, dello spazio di presenza dell’energia creatrice femminile.

La rappresentazione del clone dall’inquietante e profetico valore escatologico, diviene non semplice escamotage a richiamo della dualità, bensì metafora binaria di “complessi circuiti e cortocircuiti” generativi.

Il filo elettrico qui si fa elemento ponte in grado di *connettere i saperi, di cogliere e sciogliere i legami tra processi e fenomeni complessi e ancora, tra reale ed immaginario, sogno e veglia, tenendo insieme il complesso (complexus), ossia tessuto o tenuto insieme.

E se, la memoria, è anch’essa dimensione – presenza, sempre vivida nel nostro cuore, un flusso incessante di impulsi ed informazioni, allora  la vita inesauribile del verbo si rigenera e si tramanda, nella scintilla d’amore che perdura.

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* (teoria della complessità di Morin)

Francesca Bonfatti _ REMNONREM (La stanza delle Performers in avaria), 2023