Alter ego_E-gotica
Confine tra identificazione e percezione di sé. Frammenti, parti di e da un punto all’Assoluto, fuori dal nucleo-sfera (l’Io) il (non Io).
Tra spirituale e onirico. Lo sguardo che palesa se stesso.
Ritratti nel buio_ Oblio
Non ho mai amato molto gli specchi. riconoscere il proprio volto riflesso nello specchio, l’incontro con le superfici riflettenti dove ho inseguito per anni i movimenti fugaci – di passaggio – del mio corpo.
Ma ogni volta era per me un appuntamento al buio. Il primo incontro con la mia imago – conteneva l’oblio dell’origine, consumava in sé il suo dramma nella brama insaziabile delle sue trasformazioni.
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Il primo ricordo che incontriamo è un volto. Se fossi privata di questa fisionomia di questo ritratto che ricerco riflesso nel riflesso del mondo Morirei danzando come un cieco a immagine e somiglianza del mio simulacro.
Prosopagnosia
Ricordo strappo dell’anima Cicatrice male dicente. Fessura tra sbarre di prigionia dove le candide mani forzavano un’uscita.
Le opere Regenera_action_Muta_azione, Tribal (la percezione dell’invisibile), Spazio di presenza visibile, gridano in silenzio lo smarrimento e la condizione di cecità della natura umana. Nell’estremo atto di riconciliazione con i limiti e le debolezze umane.
Quanto grida di me questo silenzio
Avvicino allontano
Mi perdo
Muta
Muta
Sezionata
Ala destra e ala sinistra
Senza
Direzione
Non esiste
Che
Il silenzio
Per
Questa
Incomprensibile
Mutevole
Disorientata
Natura
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(Muta azione)
Sgra-nata
(Di dissoluzione in dissoluzione…)
Sgra-nata è il titolo del ciclo di opere nelle quali l’effetto della grana lascia intravedere il “Cupio dissolvi”, quel desiderio di dissoluzione che aleggia, qui e in ogni mia produzione, come tormento della carne. “Che io rimanga nella carne?”
Mi affido ai mutamenti. Dalla posizione china, quasi fetale del corpo pronta a fare il balzo, allo slancio creativo che anche allora, quando ero solo feto, mi fece decidere.
“Un espace de la presence, uno spazio di presenza (visibile),”
è un ciclo di opere e di poesie dedicate a mia madre, all’inizio della mia attività artistica e al ritorno alla fotografia.
Per tutta la mia vita ho cercato mia madre e ho creduto di poterla raggiungere nei momenti in cui si distaccava da tutto ed era assorta nelle sue attività, nelle sue pause, nelle sue passioni. Registravo Il suo stato di presenza attraverso i miei scatti, in una disinvolta atmosfera di tollerante complicità, registravo le sue pose, le sue espressioni, i suoi gesti, i momenti che sapevo sarebbero svaniti e che non potevo fermare. Registravo il flusso del tempo con-fuso con i suoi pensieri.
Oggi racconto me stessa, con la presenza del mio corpo ed i suoi movimenti, attraverso “micro narra azioni” che sono azioni narrate, con il video o la fotografia,
Essere presenti a se stessi essere presenti nel proprio spazio e nel proprio tempo.
Con i gesti le parole i silenzi.
“Di te, mia, prima che attraversi il limite, vorrei cercare un luogo.”
(dedicato a mia madre, che porta il nome della Luce, 2006-2022)
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