Il mio Video FLIES (LESS SKIN), fa parte della selezione del Festival Internazionale di Video Arte TIMELINE:BH #7 BELOHORIZONTE, che sarà presentata dal 03 al 06 November 2022, presso il Cine Santa Tereza BH, Brazil.
TIMELINEBH7 – Belo Horizonte è il Video Art Festival che promuovere produzioni audiovisive di artisti che vanno oltre i confini formali del fare tradizionale, cercando un cinema che si assuma un rischio estetico, dove si esplorano nuove forme del cinema, così come le convergenze che emergono nei dialoghi con altri artisti media. In questa settima edizione, TIMELINE:BH porterà 6 mostre con cortometraggi che presentano la produzione contemporanea della video arte mondiale. Oltre a due mostre con retrospettive di artisti ospiti. TIMELINE:BH è una mostra che si occupa di riunire immagini e pensieri e ricerca di opere dal video al cinema ampliato di talenti di spicco provenienti da mondi e modalità diverse.
Festival di Videoarte e Cinema sperimentale di Belo Horizonte- TIMELINE
Nella sua settima edizione dal 2 novembre al 6 novembre al Cine Santa Tereza.
TIMELINE:BH #7 celebra la video arte mondiale e porta a Belo Horizonte dal 02 al 6 novembre il meglio che si sia prodotto nell’invenzione audiovisiva. L’anno precedente è stato tenuto solo in maniera virtuale e quest’anno torna al format di persona presso il tradizionale Cine Santa Tereza.
Il festival intende promuovere le produzioni audiovisive di artisti che superano i confini formali del fare audiovisivo tradizionale alla ricerca di un cinema che assuma un rischio estetico, dove si esplorano nuove forme per il cinema, nonché le convergenze che emergono nei dialoghi con altri mezzi artistici.
Per quest’anno, la cura che viene tenuta da Savio Latte, Joacelio Batista, Ana Moravi e Sara Non Ha Nome ha selezionato 46 lavori provenienti da 12 paesi in 5 programmi diversi e stimolanti.
Tra questa nuova produzione completano la programmazione altre due ospiti curatori: i polacchi Wera Morawiec & Robert Sochacki del Noks Collective e ON Public Gallery inviano la cura “Wildcards” che “presenta una selezione di dieci opere, in che: “La strana sensazione di eterna curiosità nella zona torbida tra la carne e l’anima, tra sogno e realtà, tra luce e ombra”, sollevano la domanda: “Siamo controllando il caos o stiamo solo cercando di renderlo meno spaventoso? ” La cura di Wildcards sarà esposta sulla parete dello spazio Espai Atelier (@espai. Atelie), territorio di sperimentazione, elaborazione e sviluppo di progetti nelle arti visive della città. L’altro ospite curato è di Ros ânngela Fachel e Wagner Previtalido, dalla FIVA – SPMAV – International Videoarte Festival e Seminario di ricerca del Master in Arti Visive dell’Università Federale di Pelotas (UFPel) in una convergenza tra estensione universitaria e produzione artistica.
Per rallegrare ulteriormente la nostra settima edizione avremo la proiezione del seminale film As I Was Moving Ahead Occasionally I Saw Brief Glimpses of Beauty (2000) del regista Jonas Mekas, con produzione e cura di André Lage. Questo film offre uno scorcio intimo della vita personale dell’autore, costruendo una narrazione del lungometraggio a partire da oltre 30 anni di riprese fatte in casa.. Siamo molto felici che TIMELINE:BH faccia parte delle celebrazioni del centenario di Jonas Mekas con una copia che è stata possibile solo grazie al sostegno di Pip Chodorov, del Lithunian Film Center, del Consolato Lituano a San Paolo e André Lage.
“Dove finisce e inizia, inabitabile, l’impossibile spazio dei riflessi”
(Jorge Luis Borges)
“Tutta la mia filosofia si riduce ad accrescere quella precisione o coscienza di sé che ha per effetto di separare nettamente le domande dalle risposte […] Bisogna imparare a pensare che ciò che è non è necessariamente una domanda. E che non ogni domanda ha necessariamente un senso”
(Paul Valéry)
Fulgide trame riflesse da schermi fantasma
metafore prismatiche
come il velo che indosso.
Rifletto riflessi
unita nel tutto.
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Come se il mare separandosi svelasse un altro mare, questo un altro, ed i tre solo il presagio fossero
d’un infinito di mari non visitati da riva il mare stesso al mare fosse riva questo è l’eternità.
(Emily Dickinson,1863)
As if the Sea should part And show a further Sea − And that – a further – and the Three But a Presumption be –
Of Periods of Seas Unvisited of Shores Themselves the Verge of Seas to be Eternity is Those.
Raccontarsi è come comunicarsi. E’ l’eucarestia della rivelazione.
L’incipit Ho smarrito per la durata di in tempo indeterminabile la mia ispira azione, la funzione respiratoria di immettere nei polmoni la mia aria: l’Arte.
«Inspirazione ed espirazione dell’Essere, respirazione nell’Essere» (Maurice Merleau-Ponty, L’Oeil et l’Esprit 1960)
Allora non usavo lo specchio, usavo la memoria. Il ricordo di me. Era un’immagine di me, un ricordo di me che corrispondeva a uno stato d’animo, ad un’impressione, a una sensazione che registravo in quel momento.
Anche qui sono io, ma un io che non conosce una dimensione soggettiva, e neanche una dimensione temporale o spaziale. C’è uno spazio, chiuso, di una stanza di una camera, che resta indefinito.
Il mio laboratorio il mio atelier è là fuori, dove mi sento più esposta e perciò fragile.
La fragilità amplifica i miei istinti e satura le percezioni. Qui il cielo e La luce sono potenti attivatori…la mia arte arriva da lontano.
Penso alla pittura veneta, che ho ammirato, un bagno di luce e colore crea l’illusione di uno spazio, dove l’umanità si espone nella rappresentazione della vita. Il movimento, l’improvvisazione il coinvolgimento dell’osservatore, che oggi così come ieri, è parte di quello sguardo, che fissa ciascuno, attore e spettatore, collocandolo scena dopo scena, nel tempo e nella storia. Oggi porterò questo ed altro fuori da qui fuori dal tempo ma sempre, idealmente, all’interno di quella stessa cornice.
Un inedito di me. Le domande sono sempre meglio delle risposte. Io farei interviste di sole domande.Non sono forse le domande che ci accomunano più delle risposte? Bisogna anche, soprattutto, averne “il talento” per farle.
Per me lavorare all’aperto,significa catturare tutta la luce e l’energia possibile. Come una pianta.
La vita, si riproduce sotto forma di gesto. Esco ma entro al mio interno.
C’è un indizio che accomuna le mie opere, tutto è il contrario di ciò che può apparire… Essere visti, essere sorpresi, essere ascoltati. Siamo tutti spettatori con un ruolo assegnato dal destino. Non esiste la neutralità, né al di qua né al di là di questo fragile schermo, nel tragico gioco della vita.
Forse, la mia arte, è solo un effetto collaterale della mia resistenza alla cura. A Tante parole corrispondono tante più omissioni.
Alla fine quella che è la chiave di lettura di tutti i miei lavori ritengo sia la distanza, un’opera che non si lascia osservare ma che ci osserva, che osserva se stessa dall‘altra parte.
Immagini tratte dal mio ultimo Video/Documentario Biografico: “Frammentario”
Frammentario è un progetto autobiografico. Sinossi: L’artista allo specchio si racconta, entrando ed uscendo da se stessa, osservandosi come sconosciuta ed anticamente ri-conosciuta. Riflessioni riflesse che moltiplicano all’infinito i punti di vista. Restituendo frammenti di identità.
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Frammentario, is an autobiographical project. Synopsis: The artist in the mirror tells about herself, entering and exiting herself, observing herself as unknown and formerly re-known. Reflected reflections that infinitely multiply points of view, returning fragments of identity.
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Fragmentario, es un proyecto autobiográfico. Sinopsis: La artista en el espejo cuenta sobre sí misma, entrando y saliendo de sí misma, observándose como desconocida y antes re-conocida. Reflejos reflejados que multiplican puntos de vista hasta el infinito, y devuelven fragmentos de identidad.
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Frammentario, est un projet autobiographique. Synopsis : L’artiste qui parle d’elle-même dans le miroir, entrant et sortant d’elle-même, s’observant comme inconnue et autrefois re-connue. Le reflet de reflets qui multiplient à l’infini les points de vue, restituant des fragments d’identité.
Intonando un gioco di parole “un refrain” per descrivere l’essere mutevole, l’enigma sfuggente a logiche e definizioni.
Fissare, guardare, “essere visti”: E’ come un “rituale partecipato”, dove qualcun “altro” da noi a noi, cattura l’immagine/storia e ne sviluppa la narrazione.
Nell’opera “lo specchio”, in un moltiplicarsi all’infinito di “riflessioni ”, come metafora delle attività del pensiero, del suo interrogarsi sulla vita e la morte, sul viaggio e il senso del nostro destino. A passi incerti avanziamo in cerca di risposte, fino a trovare il giusto passo e ritmo.
By intoning a play on words “a refrain” to describe being changeable, the elusive enigma from logic and definitions. To stare, to look, to “be seen”: It is like a “participatory ritual”, where someone “other” from us to us, captures the image-story and develops the narration.
In the work “the mirror”, in an infinite multiplication of “reflected reflections”, as a metaphor for the activities of thought, of its questioning about life and death, about the journey and the meaning of our destiny. With uncertain steps we advance in search of answers, until we find the right pace and rhythm.
Dallo sfondo incerto passi danzanti traballanti barcollanti inquietanti come muse incarnate.÷ Il silenzio arriva in punta di piedi e il treno può sbuffare quanto vuole.., Ma,, Laggiù arrivano solo le stelle senza punte le ho spezzate per l'etoile. Tu., Impazzata danza di lucciole difettose a passo lungo. Accendi spegni accendi rumore e solo un led difettoso un già visto avvitato su se stesso. Svita e avvita a vita evita vita /_
Flies (less skin)_ installazione proiezione_video contest_Video Art on the Street, Doral, 2021
La mia opera VIDEO FLIES (LESS SKIN), è stata selezionata per prendere parte al progetto RAW incontra Miami New Media Festival, in occasione del XVI Miami New Media Festival. Il percorso espositivo delle opere video selezionate si è concluso, i video sono stati esposti e presentati al pubblico a: Miami, Caracas, Maracaibo e in Italia.
“Il MNMF 2021 ha promosso una riflessione sul contributo che l’arte può dare alla nuova realtà: come può la new media art essere uno strumento per sormontare un mondo sconvolto da una pandemia?
Le espressioni artistiche sono una risposta al nostro presente. Negli ultimi due anni il mondo si è fermato: la pausa ha provocato la creazione di numerosi prodotti artistici che esplorano ciò che abbiamo vissuto, affrontando il cambiamento della realtà di tutti i giorni che ha portato le persone a adattarsi a nuovi ritmi, regole, modi di approcciarsi al prossimo. Il Miami New Media Festival attraverso dunque il tema “New Media Art e la pandemia”, ha raccolto e condiviso opere di video art per far riflettere su questo periodo difficile e aiutarci ad ottenere il meglio da una situazione così complessa.”
Il Miami New Media Festival è una piattaforma multimediale organizzata a Miami dalla Arts Connection Foundation, dal 2006. Promuove l’arte attraverso l’esplorazione di nuove tecnologie e narrazioni interattive, come video arte, animazione, arte digitale e interactive mapping.
Protagonista della piece performativa, è un personaggio immaginario in mutazione, dalle sembianze di un’eroina uscita da un film di fantascienza degli anni ’60 /’70, ricoperto di corazze e stratificazioni epiteliali dotate di vie sensoriali alternative, che sviluppa un’avversione per l’ambiente naturale e sociale. Questo stato confusionale lo condurrà a una crisi d’identità più profonda.
“La capacità di restare dentro questa pelle fatta di squame unamuta di sopravvivenza…con questa pelle non si sente quasi più nulla.”
“La possibilità di rinascere dalle proprie fragilità…consegnandosi all’amore, che ti strappa la pelle”.
Una tensione opposta, determinata da desideri contrastanti, ha generato un cortocircuito della volontà:
< trovare una via d’uscita, come farebbe un insetto rimasto imprigionato fra le mura di un’abitazione, o lasciarsi andare alla paralisi della volontà e del libero arbitrio? >
Nelle situazioni più estreme, che modificano in qualche modo la nostra idea di progresso, inteso anche come passo, ritmo, mood, avviene che la nostra parte più istintiva prenda il sopravvento. Qualcuno preferisce non osservare – osservarsi, per timore di non riconoscersi, di subire il giudizio esterno, perdere i riferimenti che rappresentano la nostra comfort zone.
Taluni invece, vivono il travaglio della mutazione e del cambiamento che ne segue, senza compromessi, correndo anche il rischio di divenire voce fuori dal coro, quindi aliena. Ipnotizzante e positivamente angosciante, fa pensare all’incertezza del futuro della specie umana. Siamo arrivati ad un momento cruciale?
Diventeremo macchine, o vincerà la natura umana di chi non vuole arrendersi? Mentre mi dibatto fra queste polarità estreme, muto giorno dopo giorno la mia pelle in corazza ma divengo anche consapevole di perderla. Ricercando una rinnovata umanità.
(F.B.)
The protagonist of the performative piece is an imaginary character in mutation, with the appearance of a heroine out of a science fiction film of the 60s / 70s, covered with armor and epithelial stratifications endowed with alternative sensory pathways, who develops an aversion to natural and social environment. This confusion will lead him to a deeper identity crisis. “The ability to stay inside this skin made of silent survival scales … with this skin you hardly feel anything anymore.” “The possibility of being reborn from one’s frailties … surrendering oneself to love, which tears your skin”
An opposite tension, satisfied by conflicting desires, has generated a short-circuit of the will: to find a way out, as would an insect imprisoned within the walls of a house, or to let oneself go to the paralysis of the will and free will? In the most extreme situations, which in some way modify our idea of progress, also understood as pace, rhythm, mood, it happens that our most instinctive part takes over. Someone prefers not to observe – to observe oneself, for fear of not recognizing oneself, immediately the external judgment, losing the references that say our comfort zone. Some, on the other hand, experience the travail of mutation and the change that follows, without compromise, also running the risk of coming out of the chorus, alien. Mesmerizing and positively distressing, it suggests the uncertainty of the future of the human species. Have we arrived at a crucial moment? Will we become machines, or will the human nature of those who do not want to surrender win? As I struggle between these extreme polarities, I change my skin into armor day after day but I also become aware of losing it. Seeking a renewed humanity.
"Functional mind
Functional body
Unknown system
Survey method "
“5+5 saranno sempre le tue mani. Il delitto perfetto è vivere occultando le prove.“
Il suo no tuo nò nella stanza. La predi letta, la figlia a lungo at(te) sa. Quel giorno però era stato il suono ad entrare nella stanza. La vide di spalle seduta al piano che intonava una triste melodia. Era la prima volta che la vedeva suonare.
Senza neppure voltarsi la richiamò a sé. Riprese con rapidi solfeggi scuotendo l’aria con le mani, senza tempo, mentre la voce accompagnava la musica con la narrazione della sua vita. Un sentimento profondo e misterioso intrecciava le nostre esistenze,
l’ una ancora inconsapevole del futuro che l’attendeva e l’avrebbe raggiunta, l’altra rassegnata per un passato tiranno che le aveva strappato l’infanzia e le sue a(spira)zioni. Fu così che, chiusi gli occhi, mi lasciai trasportare dalle note, nel sogno di un’esistenza incompiuta. L’anima sa. Era Il suo, un istinto infallibile per la cura e la conoscenza dell’animo umano… Si fece a un tratto lontana, irraggiungibile. Poi, con voce calma, esclamò: “Forse nella prossima vita studierò Freud.”
Riapre dopo i miei lock (up and down) la nuova stagione qui sul mio blog, ma siamo veramente open? E di quale stagione parlo? L’unica certezza (senza tempo) è l’ ARTE! Quanto tempo… Usa bene il tempo… Non ricordo il tempo… Ne avrai il tempo ?(?)? Tempo. Perché di spazio ne è rimasto veramente e (specific)atamente poco, ma Arte e Tempo in sovrabbondanza. Spazi chiusi che riaprono spazi dischiusi, spazi del Tempo.
Tutto sembra iniziare e finire e coincidere con la medesima sincronicità nell’immaginario collettivo_ privato del suo spazio.
Anno 2020 (hashtag) il Tempo. Forse un giorno torneremo da questo viaggio senza andata e di esso, come nella perdita di qualcosa che non abbiamo mai vissuto, non se ne conserverà memoria.