WOMAN BODY SELFIE EXPERIENCE

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Scratch_II, il mio progetto Video / fotografico  in anteprima on line al WAC

(Web Art Center) nel contesto del Fonlad Festival, nell’esposizione virtuale

“The Woman Body Selfie Experience”, a cura di Jose Vieira.

dal 3 Novembre al 31 Dicembre 2017.

In the context of FONLAD FESTIVAL it will be presented @ the Web Art Center “The Woman Body Selfie Experiment”, a virtual exhibition curated by José Vieira with curatorial text by Rrose Present.

Participating artists: Eija Temisevä, Fenia Kotsopoulou, Francesca Bonfatti, Francesca Svampa, Geneviéve Marsh, Livia Chiovato, Isabel Pérez Del Pulgar, Rrose Present.

November 3 – December 31 2017 WAC – Web Art Center, Fonlad

 logohttp://www.webartcenter.org/

PHOTOGRAPHIC PROJECT ON FEMALE NAKED

My Nude Female Vision begins with a need: Searching for sensations and perceptions of self through the appropriation of one’s own body.
In my shots the nakedness appears contracted and implosed, turned and returned to an interior; it is not an expansion of a body that is displayed, but a revelation of a being and of what it hides. Of a mystical body, which encloses a clot of mystery. Self-portraying postponement of a fracture …
Indeed, today, more than ever, in a society that has dissected and subdivided the material dimension from the spiritual one, nudity has become an expression of a taxed and inculcated identity through devious patterns in which women are not recognized and increasingly refuse .
An “expropriated” identity, driven by the fullness of its integrity, of its role in the natural order of things.
So in my shots the search is just that of an original, untouched original – almost biblical – still in tension between purity and corruption.


Scratch_II

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Il sé allo specchio. Autoritratti fotografici

Ieri – 29 settembre – si è conclusa la mostra dedicata all’autoritratto contemporaneo a cura di Giorgio Bonomi, allestita nella Galleria romana “Studio Arte Fuori Centro”.

Rimembrando coralmente un luminoso e spensierato pomeriggio…abbiamo raccolto e messo insieme in questa galleria virtuale, gli scatti e (autoscatti!) dei partecipanti e, nella nota che segue, la presentazione degli artisti e delle opere da parte del curatore e critico Giorgio Bonomi.

Grazie alla gentile accoglienza e disponibilità della Gallerista Teresa Pollidori.

Un doppio grazie a Giorgio Bonomi, per averci invitato a prendere parte a questa  interessante esplorazione attraverso i nostri lavori, presentati anche all’interno del suo II volume  “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea”, Editore Rubbettino,  2017.

Un ringraziamento speciale va all’artista Patrizia Lo Conte, per la documentazione dell’evento e la gentile concessione 😊 e a tutti i fotografi presenti (tra i quali mi risulta difficile attribuire la paternità degli scatti).

 

Buona visione! 👁

 

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IL SÉ ALLO SPECCHIO. AUTORITRATTI FOTOGRAFICI

di Giorgio Bonomi

La mostra prende corpo dalla mia decennale ricerca sugli artisti/fotografi che usano l’autoscatto, sintetizzata nei due volumi Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea, Editore Rubbettino, 2012 e 2017: in questa esposizione ho  riunito un piccolo gruppo di opere di artisti presenti nel secondo volume sopracitato.

Il fondamento dell’autoscatto risiede, solitamente, nel bisogno di identità da parte del soggetto/oggetto dell’operazione: l’autoidentificazione avviene, nell’autoscatto, in vari modi, con il travestimento, con la messa in scena, con la messa a nudo, con la denuncia e la protesta, con la volontà di narrare, con il nascondersi e con il presentarsi solo con una parte – perfino minima – del proprio corpo (del proprio sé).

Caratteristica dell’autoscatto è, inoltre, la solitudine, dato che, se non in casi eccezionali, l’autore si trova da solo davanti alla macchina fotografica.

Ogni artista sceglie la tecnica più appropriata e la collocazione di sé negli spazi per lui più significativi per comunicare il proprio messaggio. Abbiamo lavori eseguiti con tecniche “tradizionali” oppure “sperimentali”, il bianco e il nero e il colore, sempre con una finalità: la volontà di dire di sé.

Tutti i presenti sono “artisti” (non interessano in questa sede i selfie che appartengono più alla sociologia che all’estetica): alcuni di grande fama altri emergenti, alcuni giovani altri meno. Inoltre, questi artisti, nonostante non siano numerosi, danno una sufficiente testimonianza delle varie tipologie dell’autoscatto.

Gli artisti presenti sono: Tommaso Binga, Francesca Bonfatti, Silvia De Gennaro, Iginio de Luca, Ilaria Facci, Francesca Gabrielli, Benedetta Galli, Elisa Gestri, Patrizia Lo Conte, Rita Mandolini, Rita Mele, Cinzia Naticchioni Rojas, Laura Peres, Filippo Riniolo, Massimo Rossetti, Malgorzata Stanislawa Szymko.

Sebbene, come già accennato, la ricerca della propria identità, della definizione del proprio essere sia la caratteristica generale dell’autoscatto, in certi artisti questa è più marcata: così Iginio de Luca (Formia, 1966) sovrappone la sua faccia a quella del padre e della madre, “rafforzando” in tal modo la definizione di sé con chi gli ha dato la vita; Cinzia Naticchioni Rojas (Roma, 1977) si raffigura con un’inquietante rappresentazione di lei con gli occhi chiusi ed aperti, quasi a segnare una duplicità; Laura Peres (Frosinone, 1985) presenta dei dittici con la sua immagine fotografata da un passante e con quella di colui che l’ha fotografata, quindi si “sdoppia” e “interscambia” l’io e l’altro, il tutto sempre con forte ironia.

Certi artisti, prima dell’autoscatto, si “travestono” così da assumere quell’identità che desiderano, o sognano, e che dà loro sicurezza con una migliore definizione o, addirittura, trasformandosi in altro da sé. Patrizia Lo Conte (Senigallia, 1954) assume, col travestimento, vari aspetti di donna, quali “Eva”, “La turista”, “La fatale”, qui “La ribelle” eccetera. Anche Silvia De Gennaro (Chianciano Terme, 1961) da un lato acquista varie fisionomie e, dall’altro, diviene personaggio dei Tarocchi per cui, al di là dei valori simbolici di questi, fa emergere dal profondo differenti sue identità. Massimo Rossetti (Roma, 1956) ama prendere l’aspetto di diversi personaggi storici o accostarsi ad essi, ora diviene Einstein ora gioca con Duchamp a scacchi.

Alcuni artisti si “mettono a nudo, anche” (per citare il titolo di una famosa opere del grande dadaista appena nominato) per comunicare i propri convincimenti e il proprio io. Nei loro lavori non c’è mai “scandalo” – il nudo serviva a far crescere le mentalità molti decenni fa, ora non serve più – anzi appaiono pudichi e severi anche se molto espliciti. Infatti Elisa Gestri (Prato, 1975) ci offre una “origine del mondo” attualizzata con una fotografia della sua parte più intima, carica di significati come già aveva affermato Gustave Courbet. La polacca Malgorzata Stanislawa Szymko (1971) redige una sorta di diario, riprendendosi nei luoghi da lei visitati, qui il nudo risponde più ad esigenze formali, cioè al gioco della luce e delle ombre.

“Scandalo” o “denuncia” vogliono esprimere invece altri artisti, e questi trattano situazioni personali (malattie, malesseri) o sociali e politiche. Ilaria Facci (Roma, 1982) da bambina ha avuto il cancro agli occhi e ne ha perduto uno: con la fotografia e l’autoscatto “denuncia” la malattia e la “riscatta”, infatti le sue immagini “caravaggesche” diventano “gli occhi che il cancro ha cercato di portarle via”. Francesca Bonfatti (Roma, 1970) che usa anche lo pseudonimo Gelidelune ha realizzato un lavoro in cui la sua schiena appare con due profonde cicatrici, con queste testimonia la malattia e la guarigione, infatti la cicatrice ricorda il male, la sofferenza ma, al tempo stesso, è testimonianza del suo superamento e quindi è un segno di fiducia e di speranza. Su un altro piano si pongono le radiografie di Francesca Gabrielli (Roma, 1966), queste sono del suo corpo ma poi il titolo imprime alla serie di queste un forte senso di denuncia, infatti si chiama Cernobyl 1986 – Fukushima 2011. Del tutto “politica” è l’immagine di Filippo Riniolo (Desio, 1986), che indossa il passamontagna e realizza il Selfie di un Caracole, cioè rimanda alla località messicana dove è nato il movimento rivoluzionario zapatista.

Benedetta Galli (Perugia, 1976) si serve dell’autoritratto fotografico per realizzare un lavoro in cui emerge una tecnica sperimentale assai interessante: pone sulla superficie numerosissime sue immagini fotografiche e poi sopra ad ognuna pone una goccia di silicone, ottenendo un forte effetto cromatico e compositivo.

Anche alcune artiste che praticano maggiormente la performance e il video, poi realizzano immagini “ferme” con il proprio sé. Tomaso Binga (Salerno, 1931), pseudonimo di Bianca Pucciarelli Menna, uno dei principali protagonisti della poesia sonora e performativa, crea delle immagine piene di ironia e di denuncia politica e sociale, dedicate soprattutto alla questione femminile. Rita Mele (Asmara, 1942) è essenzialmente pittrice. Nei suoi autoritratti mostra solo il viso e li ritocca con una sua tecnica personalissima; l’artista sembra “oltraggiare” sè stessa, con cancellature o titolando un autoritratto Dislessia: tutto ciò indica mancanza di narcisismo e capacità di autosservazione e, forse, di autocritica. Infine, Rita Mandolini (Roma, 1964) da un video presenta immagini di parti del suo corpo realizzando un lavoro simpatico ed efficace, in cui lei cammina, tra ironia e drammaticità, su una massa appiccicosa che le impedisce di alzare normalmente i piedi che restano sporcati e con attaccata la materia melmosa.

 

 

“Il sé allo specchio. Autoritratti fotografici”

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“Cicatrice”, la mia opera autografa, sarà presente insieme agli altri lavori esposti, negli spazi della galleria Studio Arte Fuori Centro a Roma, che inaugura la mostra
“Il sé allo specchio. Autoritratti fotografici”, a cura di Giorgio Bonomi, dal 12 al 29 settembre 2017.

72109A55-D60E-4D38-B240-18C74B2AB794-520-00000037560A54B9.jpegFrancesca Bonfatti_Cicatrice

Note sull’opera

“Cicatrice” é un’opera autografa. Porta una firma indelebile. Quando la pubblicai la prima volta nel mio diario, scrissi come in un’epigrafe: “Io sono l’artista della cicatrice esposta.” Ho pensato di tatuarmela sulla schiena, perché é parte di me più d’ogni altra cosa, più di un braccio o una gamba. Molte persone mi chiedono perché questo angelo abbia perso le ali, abbia subito questa mutilazione. Quando realizzai cicatrice avevo dei limiti fisici e posai di spalle; decisi poi in fase di post produzione di rivelare, attraverso l’esposizione delle mie cicatrici (decontestualizzandole), il segno di un dolore che, ad una seguente lettura, risultava essere mancanza di qualcosa che in realtà non c’era neanche prima… le ali. Questa trasposizione così suggestiva derivata da letture ed interpretazioni arbitrarie ma univoche, ha fatto sì che si rivelasse, ai miei occhi ed alla mia anima, il vero significato di quella trasformazione.

Un’ opera è un processo molto più complesso di ciò che appare, soprattutto quando prende vita propria ed autonoma, trasformandosi in altro…

 

Comunicato Stampa

Spazio aperto 2017

“Il sé allo specchio. Autoritratti fotografici”
a cura di Giorgio Bonomi

Martedì 12 settembre 2017, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la mostra “Il sé allo specchio. Autoritratti fotografici” a cura di Giorgio Bonomi
L’esposizione rimarrà aperta fino al 29 settembre, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.

L’evento è il terzo appuntamento di Spazio Aperto 2017 ciclo di quattro mostre in cui l’associazione culturale Fuori Centro invita gallerie e critici a segnalare artisti appartenenti al proprio circuito di interesse per delineare i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.

La mostra curata da Giorgio Bonomi prende corpo dalla sua decennale ricerca sugli artisti/fotografi che usano l’autoscatto, sintetizzata nei due volumi Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea, Editore Rubbettino, 2012 e 2017.
In questa mostra, presso lo studio Arte Fuori Centro di Roma, si è riunito un piccolo gruppo di opere di artisti presenti nel secondo volume sopracitato.
Il fondamento dell’autoscatto risiede, solitamente, nel bisogno di identità da parte del soggetto/oggetto dell’operazione: l’autoidentificazione avviene, nell’autoscatto, in vari modi, con il travestimento, con la messa in scena, con la messa a nudo, con la denuncia e la protesta, con la volontà di narrare, con il nascondersi e con il presentarsi solo con una parte – perfino minima – del proprio corpo (del proprio sé).
Caratteristica dell’autoscatto è, inoltre, la solitudine, dato che, se non in casi eccezionali, l’autore si trova da solo davanti alla macchina fotografica.
Ogni artista sceglie la tecnica più appropriata e la collocazione di sé negli spazi per lui più significativi per comunicare il proprio messaggio. Abbiamo lavori eseguiti con tecniche “tradizionali” oppure “sperimentali”, il bianco e il nero e il colore, sempre con una finalità: la volontà di dire di sé.
Tutti i presenti sono “artisti” (non interessano in questa sede i selfie che appartengono più alla sociologia che all’estetica): alcuni di grande fama altri emergenti, alcuni giovani altri meno. Inoltre, questi artisti, nonostante non siano numerosi, danno una sufficiente testimonianza delle varie tipologie dell’autoscatto.

Gli artisti presenti:
Tommaso Binga, Francesca Bonfatti, Silvia De Gennaro, Iginio de Luca, Ilaria Facci, Francesca Gabrielli, Benedetta Galli, Elisa Gestri, Patrizia Lo Conte, Rita Mandolini, Rita Mele, Cinzia Naticchioni Roja, Laura Peres, Filippo Riniolo, Massimo Rossetti, Malgorzata Stanislawa

LINK MOSTRA AUTORITRATTI

STUDIO ARTE FUORI CENTRO:
http://www.artefuoricentro.it/mostre-fuoricentro/il-se-allo-specchio-autoritratti-fotografici.html
MAGAZINEART
http://www.magazineart.net/mostre/il-se-allo-specchio-autoritratti-fotografici.html
ARTRIBUNE:

Il sé allo specchio. Autoritratti fotografici


EXIBART:
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=170635
SACS – SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA SPERIMENTALE
http://sacsmostreit.blogspot.it/
oppure http://www.sacsarte.net/SACS-home.html

COMUNICATO STAMPA MOSTRA:
http://www.murmurofart.com/

La mostra è visibile in video all’indirizzo:

 

La mia azione è l’azione di nessuno

#functionalbodyart#functionalbodyart#functionalbodyart#functionalbodyart#

“Perchè pensare il movimento non è diventare movimento.”

(The company, R. Altman)

Ho pensato molto più spesso a quello che non é che a quello che é la mia arte. la mia arte in assoluto non é:

CONCETTUALE.

Nella mia città, nel web, in Italia, nei paesi occidentali e spero non in qualche altro angolo sperduto sulla terra… Prolificano artisti conceptual – concept – conc’é (!)

Io no. piuttosto rein(vento) me stessa.

Questo proliferare di conceptuals mi ha fatto seriamente riflettere sull’intenzione (prima) e la funzione (poi) che stanno dietro al mio fare artistico ma anche più in generale, al concepimento di ogni atto quotidiano.
Creare, per me, è un meccanismo utile e funzionale declinabile a moltissimi aspetti della vita umana, un bisogno istintivo di ricerca e scoperta dell’irrazionale che ci circonda e che ci compenetra nella più assoluta e dissoluta anarchia d’intenti, senza la pretesa di farsi speculazione, ergo pensiero.

Preferisco definirmi una body functional artist o human functional artist e dedicarmi allo studio del funzionamento umano – dell’essere umano nel significato biologico del termine – e delle sue funzioni vitali riferite al presente; essere presente a me stessa e presente al tempo attraverso l’azione del corpo, concentrata sulle sue sensazioni, svincolata dal pensiero e dalla sua azione disgregante.

A tal proposito mi é piaciuta molto la schematizzazione della differenza tra
mente funzionale e mente concettuale che riporto di seguito:

– mente concettuale: abitudine al giudizio e al controllo, dialogo interno.

– mente funzionale: silenzio interiore, stato di flusso, stato di coerenza cardiaco, stato animico, stato d’amore, stato ludico, azione automatica, assenza di sforzo, presenza mentale, qui ed ora, coinvolgimento totale.

(La coscienza parla, Ramesh S. Balseker)

imageFrancesca Bonfatti_ Occhi di Clori_Calligrafie di uno sguardo, 2017

 Francesca Bonfatti_Gestural ghosts, 2016

image  Francesca Bonfatti_Gestural ghosts, 2016

Vorrei che la mia arte fosse suppellettile da arredamento.

Pura forma.

Semplice esistenza.

Creare come Necessità di vita.

Nutrimento dello spirito.

Appagamento per il corpo.

Visione amplificata.

Funzione vitale

Narrazione.

Incidente

Scintilla

Incendio

Esplosione

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